Ramuscello e la sagra di Santa Sabina

Sesto Al Reghena

La sera del 30 settembre 1949, a Ramuscello, un paese poco distante da Casarsa, durante la sagra di Santa Sabina, Pasolini incontra un ragazzo che già conosce assieme a due suoi amici. Durante la festa i quattro si nascondono in un luogo appartato. II 22 ottobre Pasolini viene denunciato dai carabinieri di Casarsa per atti osceni in luogo pubblico, mentre cade l’accusa di corruzione di minori per mancanza di querela di parte. Diffusasi la notizia, Pasolini viene espulso dal Partito Comunista e, conseguenza ancora più grave, perde il posto d’insegnante alla scuola media di Valvasone. Dopo quella duplice catastrofe Pasolini matura la decisione di abbandonare il Friuli e, all’insaputa del padre, di partire il 28 gennaio 1950 con la madre verso Roma.
Nel processo, celebrato poi nell’aprile 1952 a Pordenone, Pasolini sarà assolto per insufficienza di prove.

Le parole di Pasolini

Malgrado voi, resto e resterò comunista

"Caro Carlino,
circa tre mesi fa, come forse sai, sono stato ricattato da un prete: o io la smettevo col comunismo o la mia carriera scolastica sarebbe stata rovinata. Ho fatto rispondere a questo prete come si meritava dalla intelligente signora che aveva fatto da intermediaria. Un mese fa un onorevole democristiano amico di Nico mi avvertiva molto indirettamente che i democristiani stavano preparando la mia rovina: per puro odium theologicum -sono le sue parole- essi attendevano come iene lo scandalo che alcune dicerie facevano presagire.  Infatti appena la manovra di Ramuscello, sempre per odium theologicum, è riuscita (altrimenti si sarebbe trattato di un fatterello senza importanza, una qualsiasi esperienza che chiunque può avere nel senso di una vicenda tutta interiore), probabilmente il Maresciallo dei Carab. di Casarsa ha eseguito gli ordini impartitigli dalla DC, mettendo subito al corrente i dirigenti, che a loro volta hanno fatto scoppiare lo scandalo in Provveditorato e nella stampa.  Mia madre ieri mattina è stata per impazzire, mio padre è in condizioni indescrivibili: l'ho sentito piangere e gemere tutta la notte. Io sono senza posto, cioè ridotto all'accattonaggio. Tutto questo semplicemente perché sono comunista. Non mi meraviglio della diabolica perfidia democristiana; mi meraviglio invece della vostra disumanità; capisci bene che parlare di deviazione ideologica è una cretineria. Malgrado voi, resto e resterò comunista, nel senso più autentico di questa parola."


Il 31 ottobre 1949 Pasolini scrisse da Casarsa una lettera, sofferta e insieme piena di fierezza, a Ferdinando "Carlino" Mautino, il segretario della Federazione comunista di Udine che aveva decretato l'espulsione di Pasolini in conseguenza del cosiddetto scandalo di Ramuscello. In quella occasione Pasolini perse il posto di insegnamento nella scuola media statale di Valvasone.

Edizione consultata:

P.P.Pasolini, Lettere 1940-1954, a cura di Nico Naldini, Einaudi, Torino, 1986, p. 368.