Una salute antica per un'umanità nuova: lucciole in letargo

Il 31 ottobre era previsto il primo appuntamento di Lusignis 2020.

Era tutto pronto e siamo rimasti con il fiato sospeso sino all'ultimo. Nonostante la bruma grigio azzurra che rende insperata ogni ricerca, avevamo strenuamente coltivato anche quest'anno il desiderio di godere, almeno per poco, della loro flebile luce. Ma la nostra rassegna di fine estate, mutata in lucciole autunnali, ha brillato solo il tempo di un sogno, quello di poter condividere parole buone in questo tempo in cui avvertiamo più urgente che mai la necessità di punti di riferimento per poterci orientare.

Come traccia per la terza edizione era stato scelto il motto dell’Academiuta di lenga furlana, di cui ricorrono i 75 anni dalla fondazione: Cristian furlanut plen di vecja salut.

Ispirati dalle immagini di una delle poesie più celebri di Pasolini, manifesto della propria esperienza di vita, avremmo - attraverso incontri di approfondimento, occasioni musicali, scoperta del territorio - verificato se da una saluta antica possa germogliare oggi un'umanità nuova.

Io sono una forza del Passato.
Solo nella tradizione è il mio amore.
Vengo dai ruderi, dalle chiese,
dalle pale d'altare, dai borghi
abbandonati sugli Appennini o le Prealpi
dove sono vissuti i fratelli.

 (dalla sezione Poesie mondane, in Poesia in forma di rosa, 1964)

La rassegna non è cancellata e le lucciole anche questa volta – non ci arrenderemo – non devono e non possono scomparire. Sono state confinate in letargo da dove attendono, e noi con loro, il risvegliarsi della primavera.

Lusignis